Radiofrequenza Pulse-Dose, ok negli atleti con pubalgia cronica

di Emilia Vaccaro

 

La radiofrequenza Pulse-Dose è una tecnica efficace e sicura nella gestione della pubalgia cronica negli atleti.

 

 

E’ quanto mostrato da un lavoro pubblicato su Journal of Sport Rehabilitation.

La pubalgia cronica colpisce circa il 10% degli atleti che praticano alcuni sport (calcio o atletica, tennis, scherma, equitazione) nei quali viene esercitata un’intensa sollecitazione a carico degli arti inferiori.

Si manifesta con un dolore che interessa la zona dell’inguine, del basso addome e può arrivare a coinvolgere la parte interna delle cosce. Il problema potrebbero essere causato da patologie che interessano i muscoli, i tendini, le articolazioni.

Quando il trattamento farmacologico e le altre metodiche adiuvanti (fisioterapia nelle sue varie espressioni, agopuntura, shiatsu etc.) non portano risultati, è possibile ricorrere a piccoli e mirati trattamenti del dolore come l’uso della radiofrequenza. 

Le correnti in radiofrequenza (RF) pulsata e continua sono da tempo utilizzate nel trattamento del dolore neuropatico e, da non molto, sono anche utilizzate nella cura delle affezioni articolari.

Il concetto di base è la neuromodulazione, quindi la riprogrammazione di radici o terminazioni nervose “infiammate” mediante impulsi elettrici che risulta efficace nelle radicolopatie a qualsiasi livello del rachide, nevralgie di nervi cranici e periferici, disturbi articolari localizzati in fase irritativa.

Tale metodica è, inoltre, associata ad assenza di rischi ed è ripetibile.

Quando si parla di RF in Pulse-Dose?

Questa è una nuova metodica di RF in cui l’invio della corrente viene effettuato in “dosi di RF pulsata” che è maggiormente efficace e più sicura di quella continua in cui è più alto il rischio di danno neurologico.

L’obiettivo di questo studio è stato quello di accertare il ruolo della RF  Pulse-Dose in atleti con pubalgia cronica.

A tal fine sono state utilizzate tecniche di imaging.

Lo studio di tipo non randomizzato prospettico, a singolo gruppo ha considerato 32 pazienti con dolore cronico refrattario alle terapie conservative nel corso degli ultimi 3 mesi.

Gli obiettivi del trattamento erano i rami genitali dei nervi genito-femorale, ileo-inguinale e ileo-ipogastrico e del nervo otturatore.

A 10 cm, è stata inserita una cannula di diametro 20 con un accesso percutaneo sul bordo superiore e inferiore del ramo ileo-pubico.

Dopo che il mandrino è stato rimosso, è stato inserito un ago con radiofrequenza di 10 mm "con punta attiva". La tecnica è stata eseguita con radiofrequenza di 1200 impulsi a 45 V e con durata 20 millisecondi, seguito da una fase silente di 480 millisecondi.

Il follow-up con esame clinico è stato effettuato a 1, 3, 6 e 9 mesi dalla procedura. Durante le visite di follow-up, i pazienti sono stati invitati a quantificare il loro dolore su una scala VAS da 0-10.

Tutti i pazienti arruolati hanno completato lo studio. Il punteggio medio VAS prima del trattamento era di 8,4±0,6. In 24 pazienti è stata evidenziata una riduzione più del 50%dei punteggi VAS del dolore durante tutte le visite di follow-up e hanno cominciato la fisioterapia nei giorni seguenti la procedura a radiofrequenza. 

Sei pazienti, che avevano subito due trattamenti, hanno riferito una riduzione di più del 50% dei punteggi VAS e hanno potuto iniziare la fisioterapia, solo dopo la seconda procedura.

Solo un paziente non ha avuto sollievo dal dolore con due trattamenti.

L'intensità del dolore è diminuita fino a 9 mesi in 31 pazienti (punteggi medi VAS 3,4±0,5 a 6 mesi e 3,8±0,9 a 9 mesi). Non sono state osservate complicanze.

In conclusione, il dolore è frequente nei soggetti con pubalgia cronica derivante dalla frequenza di alcune attività sportive. In questo caso, la radiofrequenza Pulse-Dose si è rivelata una tecnica efficace e sicura nella gestione di questa problematica.

 

Emilia Vaccaro

Masala S. et al. Pulse-Dose Radiofrequency in Athletic Pubalgia: Preliminary Results. J Sport Rehabil. 2015 Dec 14.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26667902

 

 

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