Terapia dell’accettazione e dell’impegno, ottimi risultati contro il dolore cronico

di Emilia Vaccaro

Una recente revisione sistematica della letteratura ha evidenziato che la terapia ACT (Acceptance and Commitment Therapy – Terapia dell’Accettazione e dell’impegno) consente ottimi risultati su varie aree della vita di un paziente, partendo dall’accettazione del proprio problema fino a lenire depressione e dolore vero e proprio. 

Si parla sempre di più di approccio multidisciplinare al dolore. Cosa si intende con questa terminologia?

In parole povere, non si può pensare di lenire solo i sintomi dolorosi con l’utilizzo di farmaci antinfiammatori (che comunque sono fondamentali nel trattamento dei pazienti) ma bisogna anche andare all’origine del male e, quindi, scavare più in profondità nel singolo individuo e curare le radici.

Una recente revisione sistematica della letteratura ha evidenziato che la terapia ACT (Acceptance and Commitment Therapy – Terapia dell’Accettazione e dell’impegno) consente ottimi risultati su varie aree della vita di un paziente, partendo dall’accettazione del proprio problema fino a lenire depressione e dolore vero e proprio.

L’ACT è la corrente psicoterapeutica, con solide basi scientifiche, appartenente alla terapia cognitivo-comportamentale. Si basa sulla teoria dei frame, strutture, schemi relazionali che usiamo per dare senso alla vita. I frame sono i nostri strumenti mentali che più o meno consapevolmente utilizziamo per relazionarci con gli altri e con noi stessi.

Per quanto riguarda il dolore cronico, l’ACT  si propone di migliorare il funzionamento del paziente, favorendo una maggiore flessibilità psicologica (FP). 

Fino ad oggi la ricerca intorno all’ACT nel contesto del dolore cronico si è concentrata solo su alcuni dei processi di FP.

Il focus dell’ ACT è quello di aiutare le persone a svincolarsi da tentativi infruttuosi nel controllare o evitare il dolore, e invece muoversi verso precisi obiettivi.

L’ACT si basa sul modello di flessibilità psicologica, un modello di comportamento umano che applica un punto di vista funzionale, contestuale e, soprattutto, pragmatico.

La flessibilità psicologica è stata descritta come la capacità di persistere o modificare il comportamento in modo che incorpori  il contatto consapevole e aperto con i pensieri, i sentimenti, e sensoriale esperienze, e in un modo che riflette i propri valori e obiettivi

Un certo numero di studi hanno riportato che l'ACT è associata a cambiamenti significativi nelle componenti della flessibilità psicologica, compresa l'accettazione, l’azione, e la consapevolezza basata sui valori.

Pertanto, questo studio è stato finalizzato ad esaminare in modo più completo i cambiamenti nei processi di flessibilità psicologica a seguito di una base di trattamento ACT per il dolore cronico, e di esaminare il cambiamento in questi processi in relazione a miglioramenti nel funzionamento del paziente.

A tal fine sono stati reclutati individui con dolore cronico che frequentavano un programma interdisciplinare di riabilitazione ACT-based e che avevano completato misure di dolore, funzionamento, depressione, accettazione del dolore, fusione cognitiva, decentramento, in un periodo di tempo dal pretrattamento fino a nove mesi di follow-up.

Lo studio di tipo osservazionale, ha in totale considerato 384 individui di cui venivano raccolti tutti i dati durante le normali visite di routine tra gennaio 2012 e ottobre 2013; alla fine dello studio in 214 avevano fornito tutti i dati pre-terapia, post terapia e nei 9 mesi di follow-up.

Le caratteristiche raccolte al baseline raccontano che la maggior parte dei partecipanti aveva vissuto con un partner (49,6%) e la durata mediana del dolore era di 99,0 mesi (range 3-704 mesi). L'area maggiormente colpita dal dolore era la parte bassa della schiena (42,7%).

I pazienti sono stati valutati attraverso dei questionari come l’SF-36, composto da vari domini valutanti la vita e le funzioni quotidiane ma anche il questionario PHQ-9 per la valutazione dello stato depressivo.

Infine, per valutare l’accettazione del dolore cronico è stato usato il questionario “Chronic Pain Acceptance” e per le funzioni cognitive il questionario a 13 voci.

E’ stato valutato anche il “decentramento” che riflette la capacità di osservare i proprio pensieri e sentimenti come eventi temporanei nella mente, piuttosto che come riflessi "veri" del sé o di una circostanza.

Il programma ACT è stato inserito in un più vasto programma multidisciplinare di riabilitazione in 4 settimane di trattamento ognuno con 4 giornate piene in cui i pazienti sono stati seguiti da un team di psicologi, terapisti del dolore, medici etc.

Le misure ripetute ANOVA hanno indicato differenze significative in tutte le variabili oggetto di studio tra pre e post-trattamento, con tutti i valori di p<0.05.

Un grande effetto è stato trovato per i miglioramenti dal pre al post-trattamento nella depressione. Sono stati osservati degli effetti medi sull'intensità del dolore, funzionamento fisico e sociale, e sull'accettazione del dolore cronico.

Sono stati invece segnalati effetti lievi per impegno nell’azione e il decentramento.

Parimenti sono stati osservati miglioramenti significativi dal pretrattamento al follow-up di 9 mesi, con tutti i valori di p<0.05. Effetti di medie dimensioni sono stati trovati per i miglioramenti nell'accettazione del dolore cronico. Effetti lievi hanno riguardato l'intensità del dolore, funzionamento fisico e sociale, depressione, fusione cognitiva, impegno nell’azione e decentramento

Questi dati indicano che sono stati osservati miglioramenti significativi dal pre al post-trattamento fino al  follow-up su ciascuno degli esiti dei trattamenti e variabili di processo.

L’analisi di regressione ha indicato che il cambiamento in termini di processi nella flessibilità psicologica cumulativamente spiegato il 6-27% della varianza nei cambiamenti nel funzionamento e la depressione in entrambi i periodi di valutazione, anche dopo il controllo per i cambiamenti dell'intensità del dolore.

Le prove riportate in questo lavoro suggeriscono che i cambiamenti in alcuni dei processi di flessibilità psicologica possono essere collegati a miglioramenti nel funzionamento del paziente, come previsto dal modello di flessibilità psicologica. Sono necessarie ulteriori ricerche per massimizzare l'efficacia dell’ ACT per il dolore cronico, e determinare se maggiori miglioramenti nei processi di flessibilità psicologica possono essere associati a migliori risultati per il paziente, come previsto dal modello di flessibilità psicologica.

 

Emilia Vaccaro

Scott W. et al. A Comprehensive Examination of Changes in Psychological Flexibility Following Acceptance and Commitment Therapy for Chronic Pain. J Contemp Psychother. 2016;46:139-148. Epub 2016 Mar 2.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27397934 

 

 

 

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