Obesità patologica? Si puo’ curare grazie alla riduzione dello stomaco con punti di sutura

di Emilia Vaccaro

Ebbene sì, parliamo di una nuova tecnica di sutura endoscopica dello stomaco per la cura dell’obesità patologica. Questa innovazione tecnologica è stata presentata a Roma nell’Auditorium dell’Università Cattolica del Sacro Cuore nel corso del congresso "EndoLive 2015", un incontro internazionale che unisce pratica clinica ad aggiornamenti scientifici.

 L’obesità può essere classificata come:

 

  • lieve o di 1° grado (indice di massa corporea (IMC)= 30-34.9; eccedenza ponderale del 20-40%;
  • media o di 2° grado (IMC=35-39.9; eccedenza ponderale del 41-100%);
  • grave o di 3° grado o patologica (IMC= >40; eccedenza ponderale oltre il 100%).

 

In Italia, secondo i dati raccolti nel 2010 dall'Istituto Superiore di Sanità, il 32% degli adulti risulta in sovrappeso, mentre l’11% è obeso e l’incidenza dell’obesità patologica è approssimativamente lo 0,8-1 % della popolazione.

L’obesità patologica è la principale causa di morte prevenibile in tutto il mondo, con aumento della prevalenza in adulti e bambini.

Cosa fare in questi casi?

Il consiglio di mangiare meno è sempre valido ma superata una certa soglia di massa corporea, diventa estremamente difficile tornare a dimensioni ‘normali’ con la sola dieta e bisogna ricorrere ad altri rimedi.

Il principale è la chirurgia bariatrica che consente di perdere decine di chili e di risolvere tanti problemi collegati all’obesità, ma va gestita da mani esperte. La chirurgia bariatrica è l'unico trattamento in grado di determinare una perdita di peso significativa nel lungo termine in caso di obesità.

La chirurgia bariatrica include una varietà di procedure che promuovono la perdita di peso, riducendo l'assunzione e/o l'assorbimento degli alimenti. La perdita di peso si può ottenere riducendo la dimensione dello stomaco con un bendaggio gastrico, mediante resezione chirurgica (gastrectomia verticale parziale o diversione biliopancreatica con switch duodenale) oppure attraverso la creazione di una piccola tasca gastrica collegata direttamente ad una sezione dell'intestino tenue (bypass gastrico e varianti).

Dalla sua nascita la chirurgia bariatrica ha subito una serie di evoluzioni e ora si arricchisce di un macchinario che consente di effettuare le suture chirurgiche per via endoscopica.

Si chiama OverStitch e attraverso la bocca e l’esofago riesce a “cucire” all’interno dello stomaco.

Un gastroscopio consente l’accesso attraverso la bocca ottenendo la proiezione delle immagini su un video, si disegna il profilo della plicatura che si vuole ottenere e con lo strumento si passano dei punti che consentono la diminuzione della volumetria gastrica.

Non vengono eseguite incisioni attraverso la pelle per cui anche il dolore post operatorio è ridotto.

Il tutto inoltre è accompagnato da un rischio minore di infezioni, un tempo di recupero più rapido e nessuna cicatrice visibile.

“L’obiettivo della chirurgia bariatrica – ha dichiarato il prof. Guido Costamagna, direttore dell’Unità operativa di Endoscopia digestiva chirurgica del Policlinico Universitario “A. Gemelli” –è quello di ottenere una perdita di peso significativa e a lungo termine. Una delle problematiche che si possono però verificare a distanza dell’intervento chirurgico è la ripresa di peso.

Il sistema di sutura endoscopica OverStitch fornisce una soluzione endoscopica mininvasiva per i pazienti che tendono ad aumentare di peso o che non raggiungono i loro obiettivi di perdita ponderale dopo bypass gastrico. Infatti, dopo un intervento di bypass gastrico, si possono verificare alcune complicanze. In particolare: la ripresa del peso (studi evidenziano che dal 10 al 30% dei pazienti non sono in grado di soddisfare il loro peso target oppure tendono a riguadagnare peso dopo bypass gastrico); dilatazione del diametro dell’anastomosi gastro-digiunale (altri studi suggeriscono che i pazienti con dilatazione dell’anastomosi o cavità gastrica residua dilatata tendono a perdere meno peso o riacquistare più peso dopo l’intervento chirurgico rispetto a quelli con diametro anastomotico e cavità gastrica più piccoli); cicatrici, aderenze e altre possibili complicazioni”.

Il sistema è molto promettente ed è stato verificato già da studi presenti in letteratura. Si aspettano adesso dati sul lungo periodo che confermino l’efficacia.

 

Emilia Vaccaro

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